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Deliveroo punta alla copertura nazionale, Sud strategico nello sviluppo

Un anno di espansione nazionale e il consolidamento del servizio nelle regioni del Sud Italia. È un impegno che Deliveroo, la piattaforma leader dell’on-line food delivery, presente in 34 città in Italia, comunica per il 2019.

Ad oggi le città del centro-sud Italia dove si possono ordinare pasti a domicilio con Deliveroo sono Bari, Bologna, Cagliari,Firenze, Messina, Napoli, Pescara, Pisa, Perugia,  Roma. Dopo il debutto a Napoli nel novembre 2018, Deliveroo è pronta ad “aprire” anche in altre città chiave del Sud Italia: da Taranto a Reggio Calabria fino a Palermo, solo per citarne alcune.

“Il consolidamento del servizio a livello nazionale nel 2019 passerà non solo attraverso una maggiore diffusione nel Mezzogiorno, ma anche per l’aumento considerevole delle città raggiunte nel Centro-Nord -aggiunge Matteo Sarzana, General Manager Deliveroo Italia-. Il nostro è un servizio nazionale e sarà sempre più presente nel territorio. Vogliamo dare a un maggior numero di persone, in tutta Italia, la possibilità di utilizzare i nostri servizi, che sono vicini ai gusti e alle preferenze di tutti gli italiani”.

I ristoranti partner superano nel complesso le 5.000 unità, +180% rispetto a gennaio 2018. In aumento anche il numero dei rider che hanno scelto di collaborare con Deliveroo: oltre 6.500, +400% negli ultimi 12 mesi. (Speriamo, ed è un auspicio, che le condizioni e le rivendicazioni di questi lavoratori siano almeno migliorate e migliorino ancor più nel 2019, ndr)

Ecco 34 città italiane raggiunte dal servizio: Alessandria, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano,  Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Como, Ferrara, Firenze, Genova, Lecco, Messina, Milano, Modena, Monza, Novara, Napoli, Parma, Padova, Pavia, Perugia, Pescara, Piacenza, Pisa, Roma, Torino, Trento, Treviso, Udine, Varese, Venezia-Mestre, Verona.

Fatturati?

Deliveroo non è parca di dati, ma se chiediamo dettagli sui fatturati comincia la sindrome di Bernardo, il muto cameriere di Zorro, come accade quasi sempre in Italia. Allora vediamo di fornire noi delle cifre: secondo Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), i leader delle consegne motorizzate e velorecapitate (Deliveroo, Foodora, Glovo, Just Eat) hanno portato merce per circa 500 milioni di euro nel 2018 con una prospettiva di arrivare a 2,5 miliardi di euro per il 2020.

Il food delivery può essere un business soprattutto per i locali che usufruiscono del servizio (certamente non per i rider che stanno lottando per uscire -professionalmente e sindacalmente parlando – da una condizione di precariato spinto). Ma quanto guadagnano i ristoranti grazie a queste app? Dalle prime inchieste giornalistiche si ricava un dato variabile dal 5% al 12% del fatturato del locale. Cioè, un locale può aggiungere al suo fatturato medio mensile una quota corrispondente a quella forchetta. Non è affatto male. Dipende, naturalmente dal locale, dalla sua clientela, dalle città e dalle zone. Anche perché chi ordina da casa o dall’ufficio non è nella maggior parte dei casi un cliente fisso. Quindi il food delivery è un mercato captive, con bacini d’utenza molto ampi e diversificati all’interno dei due principali mercati: office e away from home.

Per quanto riguarda Deliveroo, Matteo Sarzana, generale manager Deliveroo Italia, precisava, nella breve inchiesta iperlinkata che la commissione richiesta al ristorante è del 30%. Just Eat applica tra il 25% e il 30%.

Se un locale/ristorante fattura, poniamo, 5 milioni all’anno, e il food delivery rappresenta una quota aggiuntiva del 12%, vuol dire che tale locale incassa 600 mila euro in più. Il guadagno lordo (commissione) di un operatore del food delivery è quindi di 180.000 euro, cui vanno aggiunti i costi della singola consegna (oscillano da 2 a 3 euro).

di Roberto Pacifico