Sarà lanciato in via sperimentale nei primi mesi del 2019 da Conad del Tirreno in un superstore in Sardegna il nuovo carrello dotato di intelligenza artificiale di Tracxpoint, che promette di portare a un nuovo livello l’esperienza del fare la spesa. Questo grazie al recente accordo tra la cooperativa che gestisce i punti di vendita Conad tra regioni del Centro Italia e Sardegna e Tracxpoint, un’azienda israeliana molto vicina all’università di Haifa, che lavora sulla creazione di ecosistemi di tecnologie di automazione e riconoscimento per diverse finalità, tra cui quelle utili ai retailer.
Del resto in un mondo che va sempre più verso la fruizione omnicanale e automatizzata, soprattutto nella fase di check out della barriera casse, se si vuole restare al passo con i tempi e con le sperimentazioni messe in campo da Amazon, in primis i negozi Amazon Go, non si può fare a meno di tentare la strada dell’innovazione, e il carrello, uno degli strumenti più tradizionali all’interno dei punti di vendita, può diventare il fulcro di questo cambiamento. La soluzione di Tracxpoint è tecnologicamente molto avanzata: si tratta di un carrello dotato di un tablet display con schermo touch, quattro telecamere integrate e bilancia: può riconoscere i prodotti mentre vengono introdotti nel carrello, in tempo reale, senza che si debba fare una scansione di etichette o barcode, senza collegarsi a una infrastruttura cloud e in questo sta la vera innovazione su cui si impernia il progetto. La bilancia è integrata nel fondo del carrello e serve per controllare il peso e fornire eventuali variazioni della merce che è all’interno e lavora congiuntamente alle fotocamere. La prima fotocamera è installata sul grande touchpad, mentre le altre tre sono disposte sui tre lati del carrello, due laterali e uno frontale, e fotografano con un’elevatissima frequenza ciò che passa nel loro perimetro di visione, la soluzione è infatti in grado di riconoscere tutto ciò che viene deposto all’interno del carrello, perfino lanciato, ma anche ciò che viene tolto, grazie all’intelligenza artificiale.
Tutto gira quindi attorno a un database delle immagini, “che vengono introdotte -continua Barsacchi- grazie a due soluzioni: una semiautomatizzata che fotografa le facce dei prodotti producendo una immagine 3D, circa un centinaio di immagini per ogni prodotto, che permette poi di riconoscere il prodotto anche quando è visualizzato parzialmente. Stiamo però anche lavorando per poter riuscire a far funzionare il modello dalle immagini che già abbiamo, introducendo i prodotti via via che li inseriamo in gamma”. Nel caso di prodotti freschi, sfusi o non confezionati nella prima fase si dovrà procedere con la scansione del barcode da parte del display posto sul carrello, ma sono allo studio modalità per superare questa modalità, “Quello a cui si ambisce è riuscire ad avere tassi di riconoscimento molto elevati, pari al 98% delle referenze presenti nello store, ma per un certo periodo dovremo accettare un mix di comportamenti da parte del cliente, il sistema guiderà il cliente nel corretto utilizzo del carrello innovativo”.
Ma come ha fatto Conad del Tirreno a scoprire questa soluzione? “È stato un incontro fortuito -conclude Barsacchi- ma fino a un certo punto, l’azienda è venuta diverse volte nel nostro Paese perché il carrello è stato sviluppato anche con aziende italiane e noi di Conad del Tirreno stiamo mantenendo una rete di contatti con startup in giro per il mondo. Quando abbiamo visto la soluzione siamo stati subito disponibili a partecipare alla sperimentazione, perché -sia chiaro- questo non è un prodotto pronto, ma ha ancora la necessità di essere messo a punto per diventare una soluzione utilizzabile su larga scala”.
di Luca Moroni